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<p>La tradizione liquoristica e distillatoria haitiana è antica, così come sono antichi, sull’isola, la produzione e l’uso dei bitter in miscelazione. Figlio d’arte, nel 1982, Jean-Didier Gardère, iniziò a sperimentare utilizzando come spirit di base i locali clairin, ponendo in essi in infusione frutta e spezie locali, creando quindi una sorta di Trampé, il tradizionale liquore fruttato popolare ad Haiti. Nel 1991 aprì il primo vero laboratorio, e oltre al clairin cominciò a usare spirits da altre parti del mondo. Il nome <strong>1716</strong> è un omaggio alla data di fondazione della città di Saint-Marc, luogo di origine delle famiglie Gardère e Peychaud. Bitters di antica tradizione, i 1716 sono prodotti ad Haiti con alcol di base locale ed estero e botaniche autoctone ma non solo, c’è anche un po’ di Italia in questi bitter haitiani: lo zest di limone della Costiera Amalfitana.</p> <p>Ingredienti segreti, quasi una formula magica. Un bitter di grande carattere dalla terra del Vodoun.</p>
<p>La tradizione liquoristica e distillatoria haitiana è antica, così come sono antichi, sull’isola, la produzione e l’uso dei bitter in miscelazione. Figlio d’arte, nel 1982, Jean-Didier Gardère, iniziò a sperimentare utilizzando come spirit di base i locali clairin, ponendo in essi in infusione frutta e spezie locali, creando quindi una sorta di Trampé, il tradizionale liquore fruttato popolare ad Haiti. Nel 1991 aprì il primo vero laboratorio, e oltre al clairin cominciò a usare spirits da altre parti del mondo. Il nome <strong>1716</strong> è un omaggio alla data di fondazione della città di Saint-Marc, luogo di origine delle famiglie Gardère e Peychaud. Bitters di antica tradizione, i 1716 sono prodotti ad Haiti con alcol di base locale ed estero e botaniche autoctone ma non solo, c’è anche un po’ di Italia in questi bitter haitiani: lo zest di limone della Costiera Amalfitana.</p> <p>Una ricetta segreta, unica, che dona ai drink un carattere unico e nell’uso gastronomico note dirompenti e stupefacenti. </p>
<p>La tradizione liquoristica e distillatoria haitiana è antica, così come sono antichi, sull’isola, la produzione e l’uso dei bitter in miscelazione. Figlio d’arte, nel 1982, Jean-Didier Gardère, iniziò a sperimentare utilizzando come spirit di base i locali clairin, ponendo in essi in infusione frutta e spezie locali, creando quindi una sorta di Trampé, il tradizionale liquore fruttato popolare ad Haiti. Nel 1991 aprì il primo vero laboratorio, e oltre al clairin cominciò a usare spirits da altre parti del mondo. Il nome <strong>1716 </strong>è un omaggio alla data di fondazione della città di Saint-Marc, luogo di origine delle famiglie Gardère e Peychaud. Bitters di antica tradizione, i 1716 sono prodotti ad Haiti con alcol di base locale ed estero e botaniche autoctone ma non solo, c’è anche un po’ di Italia in questi bitter haitiani: lo zest di limone della Costiera Amalfitana.</p> <p>Antica ricetta dei primi anni dell’800, è un bitter artigianale che oltre a essere ingrediente d’elezione in molti drink, è anche un partner eccezionale in cucina. Agrumato e speziato dona note fresche e caraibiche a ogni preparazione.</p>
<p>La tradizione liquoristica e distillatoria haitiana è antica, così come sono antichi, sull’isola, la produzione e l’uso dei bitter in miscelazione. Figlio d’arte, nel 1982, Jean-Didier Gardère, iniziò a sperimentare utilizzando come spirit di base i locali clairin, ponendo in essi in infusione frutta e spezie locali, creando quindi una sorta di Trampé, il tradizionale liquore fruttato popolare ad Haiti. Nel 1991 aprì il primo vero laboratorio, e oltre al clairin cominciò a usare spirits da altre parti del mondo. Il nome 1716 è un omaggio alla data di fondazione della città di Saint-Marc, luogo di origine delle famiglie Gardère e Peychaud. Bitters di antica tradizione, i 1716 sono prodotti ad Haiti con alcol di base locale ed estero e botaniche autoctone ma non solo, c’è anche un po’ di Italia in questi bitter haitiani: lo zest di limone della Costiera Amalfitana.</p> <p>Dolce ed erbaceo, migliora i drink donando loro calore e complessità. </p>
<p>La tradizione liquoristica e distillatoria haitiana è antica, così come sono antichi, sull’isola, la produzione e l’uso dei bitter in miscelazione. Figlio d’arte, nel 1982, Jean-Didier Gardère, iniziò a sperimentare utilizzando come spirit di base i locali clairin, ponendo in essi in infusione frutta e spezie locali, creando quindi una sorta di Trampé, il tradizionale liquore fruttato popolare ad Haiti. Nel 1991 aprì il primo vero laboratorio, e oltre al clairin cominciò a usare spirits da altre parti del mondo. Il nome <strong>1716 </strong>è un omaggio alla data di fondazione della città di Saint-Marc, luogo di origine delle famiglie Gardère e Peychaud. Bitters di antica tradizione, i 1716 sono prodotti ad Haiti con alcol di base locale ed estero e botaniche autoctone ma non solo, c’è anche un po’ di Italia in questi bitter haitiani: lo zest di limone della Costiera Amalfitana.</p> <p>Pepe e zenzero, connubio principe in miscelazione e nelle cucine fusion. </p>
<p>La tradizione liquoristica e distillatoria haitiana è antica, così come sono antichi, sull’isola, la produzione e l’uso dei bitter in miscelazione. Figlio d’arte, nel 1982, Jean-Didier Gardère, iniziò a sperimentare utilizzando come spirit di base i locali clairin, ponendo in essi in infusione frutta e spezie locali, creando quindi una sorta di Trampé, il tradizionale liquore fruttato popolare ad Haiti. Nel 1991 aprì il primo vero laboratorio, e oltre al clairin cominciò a usare spirits da altre parti del mondo. Il nome <strong>1716 </strong>è un omaggio alla data di fondazione della città di Saint-Marc, luogo di origine delle famiglie Gardère e Peychaud. Bitters di antica tradizione, i 1716 sono prodotti ad Haiti con alcol di base locale ed estero e botaniche autoctone ma non solo, c’è anche un po’ di Italia in questi bitter haitiani: lo zest di limone della Costiera Amalfitana.</p> <p>Un pack da collezione, per entrare nell’affascinante mondo dei bitter haitiani, fenomenali in miscelazione, stupefacenti nell’uso gastronomico.</p>